sabato 29 gennaio 2011

Il SUD vuole un Partito!

Roma, 25 gen (Il Velino) – Se si andasse ora alle elezioni il 21 per cento degli italiani potrebbe prendere in considerazione il “Partito del Sud”, una percentuale che arriva al 38 per cento nelle regioni meridionali. E quasi la metà dei potenziali elettori proviene dal popolo degli indecisi e degli astenuti. Ma solo il 3 per cento si dice certo di votare per la nuova formazione politica. È quanto emerge dalla ricerca commissionata dai parlamentari di “Noi Sud” all’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione (Ispo) sulle “Potenzialità di un partito del Sud”, presentata oggi dal Renato Mannheimer a Montecitorio insieme Vincenzo Scotti, Elio Belcastro, Arturo Iannaccone e Luciano Sardelli. Secondo il sondaggio dell’Ispo, le cui rilevazioni sono state fatte il 24 e 25 novembre scorso, la conoscenza del nuovo partito “Noi Sud” è ancora poco diffusa. Il suo nome lo conosce al momento solo il 34 per cento degli italiani.
Va un po’ meglio nelle regioni del Mezzogiorno dove il 38 per cento degli intervistati ne ha sentito parlare. In ogni caso, un italiano su tre (8 per cento molto, 25 abbastanza) giudica opportuna la formazione di un “Partito del Sud”, ipotesi che nel Meridione trova consenso addirittura nel 45 per cento dell’elettorato. Ad avvertire maggiormente l’esigenza di un “Partito del Sud” è chi vota abitualmente al centro (48 per cento), seguito dagli elettori di sinistra (37 per cento), centrosinistra e centrodestra (35 per cento entrambi) e destra (33 per cento). A quanto risulta all’Ispo, il potenziale elettore del “Partito del Sud” è rappresentato da chi in politica si sente di sinistra (29 per cento), seguito da chi si considera di centro (27 per cento) o di centrodestra (23 per cento). Più freddi coloro che si collocano a destra (21 per cento) e nel centrosinistra (18 per cento).
Il nuovo partito inoltre suscita interesse soprattutto tra i giovani e nei piccoli comuni. Il bacino elettorale potenziale è pari al 21 per cento. Il 3 per cento degli italiani infatti voterebbe il “Partito del Sud” mentre il 18 per cento lo prenderebbe abbastanza in considerazione. A livello territoriale, il 38 per cento degli elettori del Sud prenderebbe in considerazione il voto per la nuova forza meridionalista, nel Nord est il 13 per cento e nel Nord ovest e nel centro Italia l’11 per cento. Stando all’Ispo, su 100 elettori che prenderebbero in considerazione il voto per il “Partito del Sud” quasi la metà (44) proviene dall’area degli astenuti e degli indecisi (rispettivamente 14 e 30) poi dal Pd (18) e dal Pdl (16) e a distanza da Sel (6) e Fli (6), Udc (3), Lega (1) e Idv (1). “In questo momento – ha spiegato Belcastro – nel centrodestra c’è bisogno di una forza meridionalista che bilanci l’esistenza della Lega. E un partito che rappresenta il Sud potrebbe portare un grande equilibrio nella coalizione”. “Mancava una forza politica in grado di rappresentare il Sud – ha aggiunto Iannaccone -. Il percorso è lungo, ma ci incoraggia soprattutto l’interesse dei giovani che vedono in ‘Noi Sud’ un partito che può offrire la possibilità di creare una nuova classe dirigente. Siamo l’antidoto all’antipolitica e possiamo lavorare per guarire la grave malattia della nostra democrazia: l’astensione e la disaffezione”. I dati della ricerca “dimostrano come il ‘Partito del Sud’ abbia grandi potenzialità non solo nel Meridione ma in tutto il Paese”, ha sottolineato Mannheimer, il quale ha specificato che agli intervistati è stato chiesto esplicitamente se avessero preso in considerazione “Noi Sud” ma che è possibile che la maggior parte di loro abbia inteso un generico “Partito del Sud”. E il risultato potrebbe favorire la nascita di un’unica forza politica meridionalista. “Noi siamo partiti – osserva Scotti – e siamo pronti a dialogare e trovare l’unità con chi abbia interesse e intenzione di perseguire il progetto di un ‘Partito del Sud’”.

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