venerdì 25 gennaio 2008

Prodismi, Mastellismi e Cuffarismi.

Dall’avvento del convegno sul Berlusconismo sono rinati gli”ismi”. Questi hanno caratterizzato le ideologie del secolo scorso, chiamato a causa loro, il secolo delle idee assassine. Caratterizzano in questo secolo, invece, degli Uomini, o più precisamente il modo di fare politica di alcuni soggetti. Il Berlusconismo è stato il tentativo di storicizzare la cronaca e nulla ha a che vedere con il modo di fare politica di Prodi, Mastella e Cuffaro. Mentre per gli ultimi due ci si riferisce al modo clientelare di gestione del potere, per il primo vale invece un ragionamento diverso. Prodi è uno che nella sua vita non ha mai lavorato, per la verità neanche i primi due. Nato barone universitario, Prodi fa carriera da boiardo di Stato ed approda in Politica come pseudo esperto soprattutto nel ramo cessione e svendita beni ed imprese di Stato. Questa settimana abbiamo visto il fallimento delle loro politiche. Prodi sarà andato nel pallone quando ha capito , sé lo ha capito, come mai non è riuscito a chiudere la quadra avendo a disposizione le centinaia di nomine in scadenza negli enti e società controllate dallo stato. Mastella non si rende conto come mai fatto il micro partito che controlla il territorio, amato dai Ceppalonesi e Beneventani, da Ministro della Giustizia gli mettono agli arresti la moglie perche ha politicamente concusso Bassolino per una nomina di sottogoverno. Cuffaro votato da un milione e mezzo di Siciliani, con un esercito di 300 mila fedelissimi, scampato ad una condanna per mafia con un residuo di sentenza di 5 anni, non si capacita del perché ci si sorprende e succede un rivoluzione solo perché un amico ha voluto fare una cosa graziosa, portando i cannoli per raddolcire il palato dopo tutte le boccate amare. E’ un paradosso visto cosa è successo a Prodi per il quale a fine conta si sono stappate le bottiglie di spumante in Aula. Non cè più mondo avranno pensato i nostri eroi. Il nuovo secolo dei personalismi è già andato, finito. Ha fatto crollare la sgarrupata seconda Repubblica ed i protagonisti del vecchio modo di far politica non se ne rendono conto. Sono in buona compagnia da parte di spezzoni del nuovo. Di Pietro a cui dobbiamo l’opera magna del rinnovamento per via giudiziaria della politica (sic!) in Italia, non si rende conto del fallimento di mani pulite quando parla del caso Mastella e del di lui partito inquisito, non ravvede la necessità di togliere il disturbo e chiedere scusa. La casta oltre ad auto conservarsi assimila i neofiti.

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